TY - JOUR
T1 - L'Europa centrale vuole lo stato etnico
AU - Kamusella, Tomasz
A2 - Maronta, Fabrizio
PY - 2023/3/11
Y1 - 2023/3/11
N2 - La mappa etnopolitica centro-europea svela la cogenza del criterio linguistico e religioso nella definizione delle comunità nazionali. L’autoritarismo xenofobico come espressione di sovranità. Il revival delle barriere di confine. Israele, maestro e discepolo.1. Per oltre un secolo gli Stati nazionali europei sono stati creati in base a criteri etnonazionali, il che ha prodotto e accentuato forme di omogeneità etnolinguistica. In prima battuta, questa omogeneità pianificata ha configurato la base ampiamente accettata per la fondazione di uno Stato nazionale. In un secondo momento, lo Stato nazionale così sorto si è sforzato di concretizzare questa idea di «purezza» con interventi demografici e linguistici, nonché alterando le frontiere esistenti. Originariamente tale agognata purezza era definita e misurata soprattutto in termini religiosi e in relazione a caratteristiche specifiche desunte dai «libri sacri» delle fedi di riferimento. Al principio del XX secolo, il criterio spartiacque divenne invece la lingua associata alla religione caratterizzante lo Stato nazionale d’appartenenza. Per questo i nazionalismi etnolinguistici degli odierni Stati centro-europei restano sovente ancorati a un sostrato religioso, ovvero alle sue filiazioni storico-culturali. I processi di costruzione della statualità nazionale etnolinguistica presero avvio nei Balcani all’inizio dell’Ottocento, subirono delle accelerazioni al termine delle due guerre mondiali e alla caduta del comunismo e continuano tuttora malgrado l’avvento nel 1993 dell’Unione Europea, costrutto che non si basa su criteri nazionali ed etnolinguistici.Negli anni Novanta e Duemila l’auspicio era che una Ue multietnica, inclusiva, liberale e fondata sulla cittadinanza annullasse il valore sociale del nazionalismo etnolinguistico negli Stati dell’Europa centrale entrati con gli allargamenti del 1995, 2004, 2007 e 2013. Tuttavia, dalla metà degli anni Dieci di questo secolo molti Stati liberali, democratici e a compiuta economia di mercato della regione, a cominciare da Polonia e Ungheria, hanno cominciato ad abbracciare versioni autoritarie (illiberali) del nazionalismo etnolinguistico.
AB - La mappa etnopolitica centro-europea svela la cogenza del criterio linguistico e religioso nella definizione delle comunità nazionali. L’autoritarismo xenofobico come espressione di sovranità. Il revival delle barriere di confine. Israele, maestro e discepolo.1. Per oltre un secolo gli Stati nazionali europei sono stati creati in base a criteri etnonazionali, il che ha prodotto e accentuato forme di omogeneità etnolinguistica. In prima battuta, questa omogeneità pianificata ha configurato la base ampiamente accettata per la fondazione di uno Stato nazionale. In un secondo momento, lo Stato nazionale così sorto si è sforzato di concretizzare questa idea di «purezza» con interventi demografici e linguistici, nonché alterando le frontiere esistenti. Originariamente tale agognata purezza era definita e misurata soprattutto in termini religiosi e in relazione a caratteristiche specifiche desunte dai «libri sacri» delle fedi di riferimento. Al principio del XX secolo, il criterio spartiacque divenne invece la lingua associata alla religione caratterizzante lo Stato nazionale d’appartenenza. Per questo i nazionalismi etnolinguistici degli odierni Stati centro-europei restano sovente ancorati a un sostrato religioso, ovvero alle sue filiazioni storico-culturali. I processi di costruzione della statualità nazionale etnolinguistica presero avvio nei Balcani all’inizio dell’Ottocento, subirono delle accelerazioni al termine delle due guerre mondiali e alla caduta del comunismo e continuano tuttora malgrado l’avvento nel 1993 dell’Unione Europea, costrutto che non si basa su criteri nazionali ed etnolinguistici.Negli anni Novanta e Duemila l’auspicio era che una Ue multietnica, inclusiva, liberale e fondata sulla cittadinanza annullasse il valore sociale del nazionalismo etnolinguistico negli Stati dell’Europa centrale entrati con gli allargamenti del 1995, 2004, 2007 e 2013. Tuttavia, dalla metà degli anni Dieci di questo secolo molti Stati liberali, democratici e a compiuta economia di mercato della regione, a cominciare da Polonia e Ungheria, hanno cominciato ad abbracciare versioni autoritarie (illiberali) del nazionalismo etnolinguistico.
KW - Ethnolinguistic nationalism
KW - Central Europe
KW - Authorianism
M3 - Article
SN - 2029-0187
SP - 225
EP - 230
JO - Limes. Rivista Italiana di Geopolitica
JF - Limes. Rivista Italiana di Geopolitica
IS - 2
ER -